Il Museo della Canzone Italiana, ideato e fondato da Erio Tripodi, trova collocazione in un pittoresco angolo del Ponente Ligure, a Vallecrosia, tra Sanremo e Montecarlo, nel suggestivo Parco delle Sette Note all’ombra di una piccola cappella consacrata a Santa Cecilia.
Nel parco staziona un autentico treno del primo novecento con una locomotiva “Cirilla” e carrozze “centoporte” strutturate a saloni dove e’ custodita la completa testimonianza della ricerca dell’uomo nel tempo per “catturare” e riprodurre il suono e la voce umana:
Scatole musicali, diverse varieta’ di organetti di Barberia e pianini meccanici che hanno contribuito a diffondere il grande repertorio della canzone napoletana, carillons, carta perforata, dischi quadrati e rotondi, microfoni, juke- box, radio, strumenti musicali di ogni tipo ed epoca. Tutto perfettamente funzionante!
Si possono ammirare, fra tutti, il violino e la bacchetta di direttore d’orchestra di Cinico Angelini e Pippo Barzizza, la fisarmonica di Gorni Kramer, il sax di Fausto Papetti, il passaporto di Giacomo Puccini, la chitarra di Adriano Celentano, le lettere di Lina Cavalieri e una romanza inedita di Ruggero Leoncavallo.
Per gli amanti delle cifre, bastera’ ricordare che nel museo sono conservati settantamila dischi catalogati (su duecentomila), diecimila spartiti musicali catalogati (su trecentomila), milleduecento spartiti musicali del Festival di Sanremo catalogati, su cinquemila, a partire dal 1951.
E proprio il Festival della Canzone Italiana e’ ampiamente documentato da fotografie, autografi, dischi, locandine, bozzetti di scenografie e microfoni utilizzati durante la kermesse canora.
Una banca dati a cui si rivolgono studiosi ed appassionati.