IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONNE DELLA GIORNATA DEDICATA AL RICORDO DEI MARTIRI DELLE FOIBE SVOLTA PRESSO LA STELE ANTISTANTE LA STAZIONE FERROVIARIA DI VALLECROSIA, SABATO VENERDI' 9 FEBBRAIO. SONO INTERVENUTE LE AUTORITA'E CIVILI CITTADINE E DEL VICINO COMUNE DI CAMPOROSSO, IL PRETE FIGLIO DI ESILIATI, LA SCUOLA PROFESSIONALE CNOS VALLECROSIA ED UNA PERSONA CHE STIMO E DI CUI SEGUE IL SUO PERSONALE RICORDO. HO CONOSCIUTO PIERNICO FRANZUTTI
IN OCCASIONE DI UNA RICERCA PRESSO LA BIBLIOTECA APROSIANA DI VENTIGLIA, UNA PERSONA AFFABILE E DISPONIBILE , NON SIAMO AMICI , MA I NOSTRI INCONTRI NON SONO MAI BANALI.
GRAZIE PIERNICO MI HAI COMMOSSO
SERGIO VERRANDO
BUONGIORNO E GRAZIE PER ESSERE QUI, SOPRATTUTTO A NOME DEI TANTI ESULI DALL'ISTRIA, FIUME E DALMAZIA CHE ORMAI NON CI SONO PIU' E DI COLORO CHE LI’ FURONO UCCISI, SOPRATTUTTO NELLE FOIBE, CON MODALITA' INDICIBILI. OGGI, QUI, COLORO CHE SOPRAVVISSERO AVREBBERO RICEVUTO GRANDE CONFORTO A PARZIALE COMPENSO DELLE SOFFERENZE VISSUTE NELL’ITALIA NORD ORIENTALE E CHE LASCIARONO IN ESSI DEI SEGNI INDELEBILI PER TUTTA LA VITA. VI PREMETTO CHE NON SONO UN BUON ORATORE, INFATTI MI SONO SCRITTO QUESTI APPUNTI, MA NONOSTANTE CIO' HO ACCETTATO VOLENTIERI DI DIRE QUALCOSA ANCHE QUEST'ANNO DOPO L'IMPROVVISATA (DICIAMO COSI') DELL'ANNO SCORSO, PRINCIPALMENTE PER DUE MOTIVI. INNANZITUTTO L'ARGOMENTO, CHE MI COINVOLGE DIRETTAMENTE AVENDO RADICI ED ORIGINI PROPRIO LA' IN ISTRIA. E POI PERCHE' SARO' SEMPRE RICONOSCENTE A CHI NEL 2020 MI PERMISE DI PARTECIPARE A QUEL COMMOVENTE VIAGGIO A TRIESTE PRESSO LA FOIBA DI BASOVIZZA PER VIVERE LI' QUEL GIORNO DEL RICORDO E A CHI QUI A VALLECROSIA HA AVUTO NEL 2019 LA BELLISSIMA IDEA DI CREARE QUESTO ANGOLO DEL CUORE PER CHI COME ME LEGAMI CON QUELLE TERRE. EBBENE, SIA IL VIAGGIO CHE QUESTA STELE SONO UN GRANDISSIMO MERITO DEL COMUNE DI VALLECROSIA (SINDACO E ASSESSORI) E DEL GRUPPO ALPINI DI VALLECROSIA CON IL LORO CAPOGRUPPO, CHE TUTTI INSIEME NON FINIRO' MAI DI RINGRAZIARE. IO SONO UN COSIDDETTO ESULE DI 2° GENERAZIONE, CIOE' NIPOTE E FIGLIO DI EMILIA E ALDO, ESULI NEL 1946/47 DA POLA, IL CAPOLUOGO DELL'ISTRIA, UNA DELLE CINQUE PROVINCE DA CUI ALLORA ERA COSTITUITA LA REGIONE ITALIANA DELLA VENEZIA GIULIA, ASSIEME A TRIESTE, GORIZIA, FIUME E ZARA. QUINDI UN VASTO TERRITORIO CHE OCCUPAVA LA PARTE NORDORIENTALE DELL'ITALIA, PROPRIO ALL'ESTREMO OPPOSTO DELL'ARCO ALPINO RISPETTO AL PONENTE LIGURE DOVE NOI VIVIAMO. LA MIA E' UNA SEMPLICE TESTIMONIANZA INDIRETTA, AVENDO VISSUTO I FATTI SOLO DI RIFLESSO, PERCIO' NON SONO LA PERSONA PIU' ADATTA ALLO SCOPO RISPETTO A CHI ANCOR OGGI PUO' DIRE DI AVER VISSUTO SULLA PROPRIA PELLE QUEI BRUTTISSIMI MOMENTI. MA VI ASSICURO CHE IL VEDERE DA RAGAZZINO MIA NONNA ESTRANIARSI IMPROVVISAMENTE E VOLGERE LO SGUARDO DINNANZI A SE', ASSORTA E APPARENTEMENTE RIVOLTA AL NULLA, DOPO AVERMI RACCONTATO QUALCOSA DELLA SUA POLA, MI HA LEGATO ALLA SUA TERRA E RESO CONSAPEVOLE DELL'INGIUSTIZIA VISSUTA, COME SE L'AVESSI SUBITA IO STESSO. QUI NON SPETTA CERTO A ME ANALIZZARE LA SITUAZIONE NEL SUO COMPLESSO, MI LIMITO A QUALCHE FLASH, QUALCHE IMMAGINE E QUALCHE PENSIERO CHE EMILIA E ALDO MI TRASMISERO, SCEGLIENDO TRA GLI EVENTI CHE PIU' MI HANNO FATTO E ANCORA MI FANNO MALE. L'8 SETTEMBRE 1943, CHE E' LA DATA DELL'ARMISTIZIO, ALDO ERA MILITARE IN CENTRO ITALIA. IN QUEI MOMENTI DI GENERALE DISORIENTAMENTO LUI NON SAPEVA COSA FARE, MA INSIEME AD UN SUO COMPAGNO DI SVENTURA EBBE IL CORAGGIO DI PROVARE IL DIFFICILE RITORNO A POLA DA SUA MAMMA EMILIA. A PIEDI E CON ALTRI MEZZI DI FORTUNA ARRIVO' A CASA DOPO CIRCA UN MESE. AVEVA SPERATO DI TROVARE PACE, DOPO ANNI DI GUERRA, MA TROVO' UNA SITUAZIONE ASSAI CRITICA. LA CITTA' ERA NELLA MORSA DA UNA PARTE DEI TEDESCHI E DALL'ALTRA GLI JUGOSLAVI DEL MARESCIALLO TITO CHE DA SUBITO USARONO LA TATTICA DEL TERRORE E OPERARONO I PRIMI NUMEROSI INFOIBAMENTI TANTO PER FAR CAPIRE SENZA MEZZI TERMINI LA LORO INTENZIONE DI OCCUPARE QUEL TERRITORIO. IN QUESTA ATMOSFERA DI TERRORE SI GIUNSE AL 25 APRILE 1945, LA LIBERAZIONE, CHE PERO' FU TUTT'ALTRO PER POLA E TUTTA QUELLA VASTA REGIONE ITALIANA, ANZI FU UN'ATROCE BEFFA. NEI MESI DI MAGGIO E GIUGNO ED IN SEGUITO, (NOTARE BENE!) QUINDI ANCHE DOPO IL TERMINE UFFICIALE DELLA 2° GUERRA MONDIALE, GLI JUGOSLAVI INTENSIFICARONO LE AZIONI TERRORISTICHE E LE UCCISIONI DI ITALIANI FURONO MOLTO PIU' NUMEROSE RISPETTO AL 43. EMILIA E ALDO SPERARONO SINO ALL'ULTIMO CHE, ANCHE PER L'INTERVENTO DIPLOMATICO DELLE POTENZE INTERNAZIONALI, GLI JUGOSLAVI RINUNCIASSERO A QUELLA SFACCIATA VOLONTA' DI APPROFITTARE DEGLI EVENTI PER INVADERE CON LA VIOLENZA IL TERRITORIO ITALIANO IN ISTRIA, FIUME E DALMAZIA. MA LA SITUAZIONE PEGGIORO' ED EBBE PROBABILMENTE (A DETTA DI ALDO) IL PUNTO DI NON RITORNO NELL'AGOSTO 1946 A VERGAROLLA, UNA SPIAGGIA DI POLA DOVE SI SVOLGEVANO IMPORTANTI GARE DI NUOTO CON NUMEROSE PERSONE. IMPROVVISA UN'ESPLOSIONE DI UN MUCCHIO DI MINE, RESIDUATO BELLICO, CHE ERANO STATE IN PRECEDENZA DISINNESCATE E MESSE IN SICUREZZA. FURONO UCCISE UN CENTINAIO DI PERSONE, TRA CUI NUMEROSI BAMBINI E RAGAZZI. VISTO CHE LE MINE ERANO DISATTIVE E QUINDI NON SI POTEVA TRATTARE DI UN TRAGICO INCIDENTE, NEI GIORNI SUCCESSIVI FU CONVINZIONE DEI POLESANI CHE L'ESPLOSIONE FOSSE DOVUTA ALL'INTERVENTO DI QUALCUNO, MAGARI PER INDURLI A SENTIRSI SEMPRE PIU' STRANIERI IN CASA PROPRIA E SPINGERLI AD ABBANDONARE POLA. QUELLA FU LA PRIMA STRAGE TERRORISTICA AVVENUTA IN ITALIA, DA POCO DIVENUTA REPUBBLICA, MA PURTROPPO NE' INVESTIGATA, NE' RICORDATA E NE' CELEBRATA AL PARI DELLE ALTRE SUCCESSIVE. DA QUEL GIORNO UNA DISPERATA INSICUREZZA DIVENNE LA COMPAGNA COSTANTE DEI POLESANI, CHE IN ATTESA DELLE DECISIONI A LIVELLO INTERNAZIONALE, PERLOPIU' ERANO ORMAI PRONTI AL PEGGIO, RIMANERE E ANDARE INCONTRO AD ALTRO DOLORE O MIGRARE VERSO CHISSA' DOVE E CHISSA' COME. A PROPOSITO DI QUELLA INSICUREZZA E QUELLA ANGOSCIA MI VIENE IN MENTE UNA FRASE DEL CANTAUTORE SERGIO ENDRIGO "COME VORREI ESSERE UN ALBERO CHE SA DOVE NASCE E SA DOVE MORIRA'", CHE BEN TRADUCE I MOMENTI DI ALLORA IN QUELLE TERRE. E' CONTENUTA NELLA CANZONE "1947" DI ENDRIGO, ANCHE LUI DI POLA COME I MIEI. COMUNQUE ALDO NON EBBE DUBBI E LASCIO' POLA PER DIRIGERSI QUI DOVE LO ATTENDEVA OFELIA, MIA MAMMA, CON LA QUALE SI ERA FIDANZATO ANNI PRIMA DURANTE LA PERMANENZA NEL PONENTE COME MILITARE. LA RISPOSTA A DUBBI E PAURE DI EMILIA ARRIVO' INVECE IL 1O FEBBRAIO 1947 A PARIGI DOVE FU FIRMATO IL TRATTATO DI PACE. E NON A CASO IN ITALIA FU SCELTA QUESTA DATA PER CELEBRARE IL GIORNO DEL RICORDO. QUEL GIORNO FU DECISO CHE L'ITALIA AVREBBE PAGATO I DEBITI DI GUERRA ANCHE CON LA CESSIONE DI QUEL VASTO TERRITORIO ALLA JUGOSLAVIA, OLTRE CHE LA CESSIONE DI UN TERRITORIO MOLTO PIU' PICCOLO, CHE PER CURIOSA COINCIDENZA CI INTERESSA, TRATTANDOSI DI BRIGA E TENDA QUI IN VAL ROIA. QUINDI FURONO SOPRATTUTTO QUEGLI ITALIANI A PAGARE DIRETTAMENTE IN PRIMA PERSONA PER CONTO DI UN INTERO PAESE! EMILIA, NATURALMENTE NON VOLLE CAMBIARE NAZIONALITA' SNATURANDO SE STESSA E ANDARE INCONTRO A CHISSA' QUALI FUTURI COMPROMESSI NEL VIVERE LI', TRA SCONOSCIUTI IN CASA PROPRIA. PURTROPPO CIO' EBBE LA CONSEGUENZA DI LASCIARE ALLA MERCE' DI CHISSACCHI' LA PROPRIA CASETTA IN QUEL DI POLA. CASETTA CHE AVREBBE SUCCESSIVAMENTE PERSO DEFINITIVAMENTE PERCHE' GLI JUGOSLAVI, AL CONTRARIO DI QUANTO SANCITO NEL TRATTATO DI PACE, IN CUI SI IMPEGNAVANO A LASCIARE LE PROPRIETA' NELLA DISPONIBILITA'DEGLI ITALIANI, NON MANTENNERO QUESTI IMPEGNI ED ESPROPRIARONO PER RIASSEGNARE ABITAZIONI E TERRENI A CITTADINI SLAVI PROVENIENTI DA ALTRE REGIONI. IN QUELL'INIZIO 1947, ECCEZIONALMENTE FREDDO E NEVOSO, DECISE COSI' DI IMBARCARSI SULLA MOTONAVE TOSCANA VERSO UN DESTINO SCONOSCIUTO SI, CHE COMUNQUE LA AVREBBE PORTATA A RAGGIUNGERE ALDO IN UN ALTRO TERRITORIO PUR SEMPRE ITALIANO, COME SINO A POCO PRIMA ERA STATA ANCHE LA LORO POLA. QUASI TUTTI I COMPAGNI DI SVENTURA FURONO AVVIATI VERSO CAMPI PROFUGHI SPARSI IN TUTTA ITALIA, PER UNA SISTEMAZIONE PROVVISORIA CHE, PENSATE!, INVECE IN MOLTI CASI SI PROLUNGO' ANCHE PER PIU' DI DIECI ANNI. OGGI, ESSERE QUI PRESSO UNA STAZIONE FERROVIARIA CHE OSPITA NEI SUOI LOCALI LA CROCE AZZURRA, COSI' PREZIOSA A NOI TUTTI, MI RICORDA CHE NON FU AFFATTO LUOGO DI ACCOGLIENZA E SOCCORSO UN'ALTRA STAZIONE MOLTO PIU' GRANDE ED IMPORTANTE E DA DOVE TRANSITO'UNO DEI TRENI CON I PROFUGHI. IL TRENO NON FU FATTO FERMARE MINACCIANDO UNO SCIOPERO CHE AVREBBE AVUTO RIPERCUSSIONI SULLA CIRCOLAZIONE FERROVIARIA DELLA PENISOLA, NEGANDO ANCHE IL LATTE PER I TANTI BAMBINI. ANCHE NONNA EMILIA VIAGGIO' SU UNO DI QUESTI CONVOGLI E NELL'OCCASIONE IL FINESTRINO FU ADDIRITTURA IMBRATTATO DA SPUTI. MA EMILIA E ALDO EBBERO FORTUNA... E A CAMPOROSSO FURONO INVECE BEN ACCOLTI E COMINCIARON0 UNA NUOVA VITA CON ANCORA TANTE GIOIE DAVANTI A LORO. A PROPOSITO...UN PENSIERO BELLO!: PAPA' QUANDO ERO RAGAZZINO MI PORTAVA CON SE' A PESCARE CON LA CANNA LUNGO LA NOSTRA COSTA, DA SAN REMO ALLE SPIAGGE DI VALLECROSIA CAMPOROSSO E VENTIMIGLIA, MORTOLA, SINO AI CAPI DELLA COSTA AZZURRA COME CAP FERRAT, MI DICEVA CHE TANTA BELLEZZA GLI RICORDAVA QUELLA DELLE COSTE DI POLA E GLI SEMBRAVA DI ESSERE ALL'OMBRA DEGLI STESSI PINI MARITTIMI E GLI STESSI CANNETI. GLI MANCAVA SOLO LA BORA, IL FORTE VENTO FREDDO DI QUEI POSTI. COSI' LA RIVIERA DIVENNE IL NUOVO LUOGO DEL SUO CUORE DOVE SI RIFUGIAVA, CON LA SCUSA DELLA PESCA, PER NON SCORDARE QUELLE COSTE DA LUI TANTO FREQUENTATE E CONOSCIUTE, SOPRATTUTTO DURANTE GLI ALLENAMENTI DI CANOTTAGGIO. LA NONNA NON TORNO' MAI PIU' A POLA, FORSE FU MEGLIO COSI', UN DOLORE IN MENO! INVECE PAPA',TRA MOLTE SUE RESISTENZE, FU CONVINTO A TORNARVI DOPO PIU' DI TRENT'ANNI, PER LA PRIMA ED ULTIMA VOLTA. IO ERO PRESENTE E DICO SOLO CHE LO VIDI SBIANCARE COMMOSSO E COME IMPIETRITO QUANDO RIVIDE DA FUORI LA SUA ABITAZIONE, MA NON EBBE FORZA E CORAGGIO PER PRESENTARSI E CHIEDERE A CHI LA ABITAVA DI ENTRARE. INFINE UN INVITO A CHI AVRA' OCCASIONE DI ANDARE IN QUELLE ZONE, SIA PER TURISMO CHE PER LAVORO, E AVRA' MODO DI APPREZZARLE. SAREBBE BELLO CHE VI ARRIVASSE AVENDO LETTO O VISTO QUALCOSA A RIGUARDO DI QUEL CHE VI SUCCESSE, PER RIVOLGERE UN PENSIERO PIU' CONSAPEVOLE VERSO CHI, PIU' DI 80 ANNI FA, DOVETTE ANDARSENE. SI POTREBBE LEGGERE IL LIBRO "QUANDO CI BATTEVA FORTE IL CUORE", DI STEFANO ZECCHI. FA PARTE DI UNA TRILOGIA CHE RACCONTA I FATTI SOTTOFORMA DI ROMANZO E COPRE TUTTO IL GRANDE TERRITORIO INTERESSATO. LO POTETE ANCHE PRENDERE IN PRESTITO PRESSO LA BIBLIOTECA APROSIANA A VENTIMIGLIA. POI RICORDO LO SPETTACOLO TEATRALE "MAGAZZINO 18" DEL CANTAUTORE-ATTORE SIMONE CRISTICCHI
di PIERNICO FRANZUTTI