Marabutto di Bordighera

Marabutto di Bordighera

Il marabutto di Bordighera
43° 46’ 39,78” N  –  7° 40’ 24,45” E

Posto su una piattaforma rocciosa appositamente spianata, sulle rocce del Capo Ampelio, a circa 21 metri s.l.m., è stato realizzato in blocchi dello stesso materiale lapideo del sito su cui si trova (roccia arenaria); alcuni di questi si sono nel tempo disgregati a causa delle condizioni metereologiche e dei venti marini. La cupola invece è stata realizzata in file concentriche di mattoni pieni. All’epoca della sua realizzazione era sicuramente intonacato, come quelli ancora esistenti nel Maghreb.


Marabutto è una parola proveniente dalle parole arabe mûra-bet, che indica un sant’uomo nella religione islamica, un maestro spirituale, ma utilizzata anche impropriamente come luogo di sepoltura del maestro. In genere venivano realizzati sulla cima di una collina o in una zona con una grande apertura panoramica; è un luogo spirituale e di meditazione per chi lo frequenta per trovare delle risposte.


Sul “marabutto” di Bordighera non si hanno notizie certe; non si conosce chi lo ha costruito e in quale periodo storico, non si sa neppure per quale scopo è stato realizzato.
Se fosse realmente un luogo di sepoltura, sarebbe un unicum superstite di edilizia religiosa islamica antica sul nostro territorio ligure ; forse edificato per ricordare un uomo pio durante il periodo delle incursioni barbaresche (avvenute dopo il 1543 – assedio di Nizza e Tolone).
Se vogliamo trovare un collegamento con la cultura religiosa islamica, l’orientamento della porta d’accesso a Nord-Ovest è all’incirca allineata alla città simbolo dell’islam, la Mecca (Arabia Saudita). Il corpo veniva seppellito, dopo la preghiera, posandolo direttamente sul fondo del sepolcro, sul fianco destro e con la testa in direzione della Mecca ; il marabutto ha anche tre piccole aperture rispettivamente sui tre lati (due delle quali, quelle a N-E e S-O, risultano leggermente più grandi ed allungate).
Quello che incuriosisce però è come la comunità cristiana di Bordighera dell’epoca, vista la stretta vicinanza al sito della chiesa romanica - ed ex-abbazia - di Sant’Ampelio (a circa 50 metri in linea d’aria), abbia potuto far realizzare un simbolo della religione islamica in quel preciso punto geografico. In conflitto storico-religioso in relazione al periodo buio delle coste Liguri, e non solo.
Ad oggi, non avendo a disposizione carte d’archivio che ne documentino la sua data di costruzione, potrebbe essere anche un edificio realizzato in data posteriore alle scorrerie turco-barbaresche del XVI sec. Alcune persone della zona, rapite durante le razzie costiere barbaresche, erano infatti riuscite a fuggire dalla schiavitù musulmana e “forse” alcune di queste avevano visto dei marabutti sulle coste del Maghreb, riportandone forme e dimensioni simili, ma con destinazione diversa.
Come detto, ad oggi non si hanno elementi per confermare se sia stato o meno realizzato dalla manovalanza locale, ma risulta perfetto nelle forme e nelle dimensioni rispetto a quelli visti personalmente sul territorio algerino.
La posizione della spianata (sul Capo più a sud di tutta la Liguria) è risultata strategica nei secoli successivi, soprattutto come punto di avvistamento ad oltre 180° sul mare, ma anche come punto di difesa della villa di Bordighera.
Alcune fonti riportano che questa struttura sia stata utilizzata un tempo come ex-polveriera. A parere dello scrivente risulta poco probabile che sia stato utilizzato come deposito della polvere nera, vista la sua posizione aperta fronte mare e quindi troppo esposta ai cannoneggiamenti navali e all’umidità marina. È più probabile fosse utilizzato come deposito delle palle di ferro – o di pietra – destinate ai cannoni sistemati sulla spianata e dall’utensileria necessaria al loro armamento: scovoli, tamponi di legno o di paglia, calcatoi…



NOTE :1 Non sò se anche sul territorio nazionale; forse in Sicilia, ultimo baluardo islamico, esiste ancora qualche reperto architettonico.
2 Altre fonti traggono spunto da alcune storie della tradizione bordigotta, come quella triste e amatissima dai cittadini di Magiargé e Boabil: bellissima schiava, lei, e pirata saraceno, lui, che se ne innamorò e la portò con sè per il Mar Mediterraneo, da Granada fino a Bordighera, dove la donna si ammalò e morì nonostante le cure riservatele dai cittadini. [tratto da Bordighera.net] Si dice che fu sepolta in prossimità della spianata del Capo, ma per la cultura islamica, il marabutto non è la tomba di una donna, anche se era la moglie e compagna di un famoso sultano arabo nonchè pirata saraceno.
3 Presso il marabutto sono stati risistemati nel 1971, per il 500° della fondazione di Bordighera, tre vecchi cannoni dell'antica batteria costiera, puntati verso il mare. I cannoni hanno conservato i loro nomi popolari: "Butafoegu, Tiralogni e Cacastrasse". Nel 1783 Bordighera, per difendersi dagli attacchi dei pirati, volle munirsi di alcuni cannoni i quali vennero posizionati alla Madonna della Ruota e sul Capo Sant’Ampelio. Si racconta che il 14 luglio 1811 un incrociatore inglese, colto da bonaccia al largo di Sant'Ampelio, fosse stato trascinato dalla corrente verso la costa. La guarnigione del marabutto puntò i cannoni e sparò; il comandante calò una scialuppa e fece rimorchiare la nave al largo, senza rispondere al fuoco. Pochi giorni dopo, tuttavia, tre vascelli inglesi apparvero all'orizzonte e ricambiarono il servizio, bombardando la città, che subito si arrese. Il sindaco alzo bandiera bianca; il comandante inglese lo invitò a bordo e sancì la pace con un lauto banchetto. [tratto da Bordighera.it]

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Stefano Romeo

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